Ancora oggi ci capita, raramente per fortuna, di sentirci chiedere dai clienti SE facciamo la fantomatica RISMALTATURA.

Ovviamente la risposta è NO, ma preferiamo sempre dare qualche spiegazione in più ed è quello che cercheremo di fare in questo articolo perchè riteniamo che una corretta informazione renda il cliente più consapevole di fronte alle decisioni da prendere.

La cosiddetta “rismaltatura vasca”, che in realtà di smaltatura aveva ben poco, era un sistema usato massicciamente fino agli anni ’80 ed in parte ’90 e consisteva in una semplice spruzzata di vernice che per contrasto faceva apparire come rinnovata una vasca fino a poco prima opaca, grigia o ingiallita (ne abbiamo parlato in questo articolo https://www.dottorvasca.it/rismaltatura-vasca-da-bagno-ecco-perche-non-esiste/ ).

Serve prima di tutto una precisazione: la smaltatura di una classica vasca viene eseguita dal fabbricante attraverso appositi bagni e cotture in forno. Potrebbe essere assimilabile, anche se in maniera molto lontana, alla verniciatura di un’auto.

Per riprodurla in un secondo tempo è evidente che si dovrebbe RIMUOVERE la vasca dal bagno, sverniciarla totalmente e ripetere la lavorazione. Inutile aggiungere che ciò non è minimamente fattibile.

Tornando alla rismaltatura così come proposta dagli artigiani rismaltatori (inventiamoci questa categoria). Ovviamente chi non era del mestiere non poteva immaginare che il prodotto usato per rismaltare la vasca non fosse nemmeno lontanamente simile allo smalto originale. Anche se questa era la promessa di chi proponeva la rismaltatura della vasca da bagno come un sistema fantastico e conveniente.

Quello che in realtà veniva utilizzato (benché presentato come “ceramica liquida” o “smalto per la vasca”) altro non era che una vernice del tutto simile a quella che si usa per le porte o le finestre di casa.

Quindi questo sistema poteva funzionare? Ovviamente no.

Il problema è che raramente il cliente se ne poteva rendere conto nell’immediato, rassicurato dall’artigiano sulla qualità del lavoro eseguito, quando la vernice appena stesa offriva tutta la sua brillantezza. Le magagne venivano fuori dopo un po’ di tempo.

A quel punto far valere i propri diritti era una strada in salita. Tutto poteva essere successo, dall’aver aperto l’acqua prima che la vernice fosse asciutta, all’aver colpito la superficie della vasca appoggiando oggetti pesanti (le scuse più sentite) oppure avere utilizzato detersivi non idonei o solventi/acidi/anticalcare.

Fatto sta che quando la vernice si deteriorava staccandosi, la colpa non era mai del metodo scadente ma del cliente.

Questo è il motivo per cui non abbiamo MAI proposto la rismaltatura. Nemmeno all’inizio della nostra attività di rinnovamento vasche da bagno quando, all’epoca, questa pratica era davvero molto diffusa e le richieste ci giungevano quotidianamente.

Ovviamente lo facevamo con la consapevolezza di perdere tantissimo in termini d’incasso. In fondo ci sarebbe bastato rispondere di si a queste richieste per incassare davvero decine di migliaia di Euro in più ogni anno, ma la nostra reputazione e la correttezza nei confronti del cliente sono sempre venute prima del puro e semplice guadagno.

Anzi, a volte venivamo quasi additati come quelli “impreparati” che non offrivano un servizio facilmente reperibile altrove, come se fosse un nostro limite quella che invece era una scelta ben precisa.

A dire il vero ci siamo interessati molto all’argomento prima di giungere a questa decisione, raccogliendo informazioni anche al di fuori del territorio nazionale contattando tutte le imprese che offrivano prodotti o sistemi simili, arrivando SEMPRE alla stessa conclusione: “La verniciatura non è fatta per un recupero DEFINITIVO della vasca. Va considerata come un tocco di maquillage per darle una rinfrescata. Meglio ancora se, avendo un secondo bagno, si usi quello evitando di stressare la vasca riverniciata”. Quindi perchè offrirla come una soluzione di alta qualità?


E poi c’era un altro punto da valutare. Quando anche la si proponesse per quei casi in cui il cliente cerca una soluzione per andare avanti qualche tempo, quale sarebbe stato il confine tra un cliente soddisfatto ed uno scontento?

Tutti siamo più o meno portati a cercare le soluzioni più economiche, ma quando queste rivelano i loro limiti e le loro inefficienze, siamo disposti ad accettarle o “volevamo di più”?

Ed in tal caso siamo davvero disposti ad accollarci le colpe di una scelta “in economia” o rovesciamo sulla ditta che ha eseguito il lavoro la responsabilità di non averci sufficientemente avvertito dei rischi di un lavoro di questo tipo?

Sappiamo per esperienza che la seconda è l’ipotesi più comune e proprio per questo non abbiamo voluto scendere a compromessi.

Diciamo che è stata una scelta premiante che ci ha permesso di dedicarci al 100% sulla sovrapposizione vasca da bagno (questa si una scelta definitiva) diventando il riferimento in Italia in questo settore.

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